Andrea De Angelis – Città del Vaticano
La voce spezzata nel raccontare l’angoscia di una donna per il marito scomparso, un giovane ucraino prigioniero dei russi. L’annuncio dell’imminente gemellaggio tra Bucha e Bergamo, città simbolo della guerra in Ucraina e della prima ondata della pandemia di Covid-19. La consapevolezza che nel Paese dell’est europeo le persone hanno bisogno di aiuti immediati, con progetti e solidarietà. Piersilvio Fagiano, direttore generale di Cesvi, racconta il senso della missione condotta in Ucraina dalla Fondazione che guida e che dall’85 si occupa di cooperazione e sviluppo. Lo fa poche ore dopo l’incontro con il sindaco della città di Bucha, Anatoliy Fedoruk. Si tratta del primo incontro tra le autorità locali e una ong italiana per accertare i bisogni umanitari della popolazione in vista dell’attivazione di un progetto dedicato – in partenza nelle prossime settimane – che potrà contare di un ufficio di Cesvi direttamente nella città per la gestione logistica di tutte le operazioni.
Ricostruzione e mezzi pubblici
Tra le priorità impellenti segnalate dal primo cittadino di Bucha c’è quella di ristabilire la sicurezza nelle aree liberate, dove è in corso la campagna di sminamento e rimozione dei residuati bellici, per permettere il rientro dei cittadini in completa sicurezza. Altra questione è ricostruire al più presto le infrastrutture distrutte, sia quelle pubbliche, che quelle residenziali, oltre alle abitazione e alle attività economiche e produttive. Occore poi riequipaggiare le flotte di mezzi dei servizi pubblici, come ambulanze, autopompe, bus e altro, favorendo la ripresa tanto delle attività lavorative, quanto della produzione industriale. Cesvi inizierà i suoi interventi mirati nelle prossime settimane concentrandosi in modo particolare sulla ricostruzione delle città.
Direttore, qual è stata la sua prima impressione di questo viaggio in Ucraina?
Un viaggio toccante e molto interessante. Proprio nei giorni in cui, anche ieri (giovedì 28 aprile, ndr), a Kiev abbiamo sentito i missili cadere sulla città. A Bucha abbiamo incontrato il sindaco, una persona squisita che ci ha accolto nel migliore dei modi. Con lui abbiamo discusso su quali attività fare insieme. Abbiamo presentato una lettera del sindaco di Bergamo, Gori, con la proposta di gemellaggio tra la città lombarda e Bucha. Il sindaco è stato molto contento e verrà accettato nel primo consiglio comunale della prossima settimana. Come Cesvi faremo tutto il possibile per rispondere alle richieste che ci hanno fatto, alla lista dettagliata che ci hanno consegnato in lingua ucraina. Parliamo di macchinari per la ripresa sociale della comunità di Bucha, penso ai camion per la raccolta della spazzatura, alle ambulanze. Non c’è più nulla. Serve questo e molto altro.
Oggi come si presenta Bucha?
Bucha è una cittadina che presenta grandi distruzioni, ma è sorprendente vedere la volontà della popolazione di riprendere una vita normale. Si cerca di mettere in ordine, di pulire. Le mine sono dappertutto, nei giardini, in mezzo alle case. Lo sminamento è una delle attività più urgenti. La metà della popolazione ha lasciato la città, ma c’è voglia di una vita normale.
Un gemellaggio davvero significativo quello tra Bucha e Bergamo. Vuole ora condividere un volto, una storia, un qualcosa che ha visto in questi giorni e che difficilmente potrà dimenticare?
Per me è stato molto toccante vedere una donna, interpellata dal sindaco, che era lì perché il marito era stato portato via dalle truppe russe. Lei crede sia ancora vivo, ci sono delle prove che dimostrano effettivamente questo, ma non si sa dove si trovi in questo momento l’uomo. Davvero molto, molto commovente.
In che modo si possono sostenere i vostri progetti in Ucraina?
Noi come Cesvi stiamo lanciando una campagna, vogliamo far rivivere Bucha che ha sofferto tantissimo dal punto di vista sociale e infrastrutturale. Non ho numeri verdi per la raccolta fondi in questo momento, ma chi vuole può andare sul nostro sito, cesvi.org e troverà sicuramente il modo di fare delle donazioni.