Francesca Merlo e Bernadette Reis – Città del Vaticano
L’Associazione laica Catholic Health Ministries, fondata nel 2019, ha come missione principale di “costruire la pastorale della salute mentale all’interno della Chiesa e a livello globale”. Lo spiega a Vatican News il presidente dell’associazione, il diacono Edward Schoener, aggiungendo che “l’associazione è nata negli Stati Uniti, ma si sta espandendo perché interessa ogni Paese”.
Aiuto finanziario alla Moldavia
Tra questi, la Moldavia, al confine con l’Ucraina, porta avanti dal 2021, grazie ad un aiuto finanziario concesso dall’associazione stessa alla Caritas del Paese, la sua pastorale per la Salute mentale in varie strutture di alcune sue città. L’obiettivo, però, è cambiato allo scoppio della guerra, quando la Moldavia ha iniziato ad accogliere rifugiati provenienti dall’Ucraina. “Ora la Caritas serve i rifugiati”, spiega Schoener, “non come psichiatra o psicologo, ma come servizio pastorale, per assicurare loro che la Chiesa e Cristo sono con loro per aiutarli nel trauma che stanno affrontando”.
La salute mentale, una necessità assoluta
Spesso la salute mentale viene messa al secondo posto, dato che non è considerata un bene primario, dice Schoener. “Sono tanti ad aiutare portando cibo e alleviando le altre necessità. Ma è importante anche affrontare il trauma spirituale, in cui le vittime si chiedono: ‘Perché Dio ha permesso che questo accadesse? Dov’è Dio in tutto questo?’, una ferita che si aggiunge alle malattie mentali già esistenti.” Una depressione, o una schizofrenia, per esempio, non scompaiono appena inizia una guerra, spiega Schoener, e tra i problemi già esistenti, e gli altri sopraggiunti con la guerra, “tutti i rifugiati hanno disturbi di salute mentale”.
La formazione spirituale
Schoener racconta come lo staff di questo nuovo servizio pastorale moldavo abbia lavorato per sviluppare un programma di formazione per i volontari. “Alcune persone laureate in psicologia, con altre che hanno invece capacità di cura pastorale, lavorando insieme hanno creato molto rapidamente alcuni schemi di formazione”. “Gran parte di questo servizio lavora per aiutare le vittime ad aprirsi con i volontari e dunque parlare dei propri traumi. Dopo essersi aperti vengono indirizzati verso professionisti, nella misura in cui sono disponibili in una situazione come questa. “Sono sicuro – afferma – che ci sia una carenza di professionisti esperti di salute mentale”.
La paura di sentirsi un cattivo cattolico
Spesso, sostiene Schoener, i problemi di salute mentale ci portano a pensare che non siamo dei buoni cristiani, a causa dei brutti pensieri e dei problemi che ci traumatizzano. “Tuttavia – prosegue – penso che molti di noi dimenticano che anche i discepoli erano traumatizzati dopo la crocifissione”. Anche per questo, sottolinea Schoener, accompagnare i rifugiati e le persone traumatizzate significa poter ricordare alla gente che Cristo non li ha abbandonati in mezzo ai drammi e che ci sono persone vicino a loro. La Chiesa li accompagna e Cristo li accompagna.
Edward Shoener nota in fine la forte empatia che emanano questi volontari moldavi, che “non hanno vissuto in Ucraina, e che non hanno dovuto subire i bombardamenti”, ma che capiscono l’importanza di proteggere la salute mentale di chi invece fugge, e, per questo, si alzano ogni mattina per sostenerli.