Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Un segno di vicinanza, di sostegno, di aiuto ad una popolazione che vive grandi sofferenze a causa della guerra in Ucraina. Il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, rappresenta da sempre “il pronto soccorso della carità” e, su mandato di Francesco, ha portato a Leopoli un’ambulanza, dotata di tutte le attrezzature mediche, guidando per circa 2mila km. Le autorità ucraine, che in queste settimane hanno accolto 250mila sfollati dalle zone della guerra, hanno ricevuto il dono del Pontefice che aveva benedetto l’ambulanza in Vaticano.
Ho il privilegio di consegnare al nome del Santo Padre il dono particolare dell’ambulanza che è un simbolo, perché l’ambulanza serve per salvare la vita. Il Pontefice è sempre colui che mette i ponti, che porta la pace, quindi questa l’ambulanza è proprio per la gente che soffre ma rappresenta anche l’abbraccio del Santo Padre. E’ un modo per dire: “sono vicino a voi, soffro con voi e chiedo e supplico proprio la pace per questo Paese che è in grande difficoltà”. Ho consegnato già al prefetto di Leopoli questa l’ambulanza e mi ha ringraziato, ha ringraziato il Santo Padre e ha detto che l’ambulanza è destinata all’ospedale pediatrico proprio per salvare i bambini quelli che arrivano dalla guerra.
Per i bambini feriti
A beneficiare del regalo del Papa sarà dunque il Centro regionale per la salute della madre e del bambino. Uno dei rappresentanti delle autorità ucraine ha affermato che è un dono importante perché è aumentato in modo significativo il numero dei profughi nella zona. “Grazie cardinale Krajewski! Ringraziamo Papa Francesco per le sue preghiere, per aver ricordato l’Ucraina: ci dà forza! Vogliamo che la nostra prossima generazione non veda la guerra e sia sana”. Al termine della mattinata l’Elemosiniere ha pregato nella cattedrale di Leopoli, è la seconda volta che arriva in Ucraina a portare il sostegno del Papa. Dall’6 al 12 marzo si era recato anche a Rivne, Zhovkva e in altri luoghi per offrire aiuto, supporto e speranza nel nome di Francesco.