Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano
La Chiesa salvadoregna, ma anche tutto il mondo, ricorda oggi 24 marzo l’anniversario della morte di San Óscar Arnulfo Romero. L’arcivescovo di San Salvador, martire durante la guerra civile che colpì il Paese dal 1979 fino al 1992, fu assassinato in questo stesso giorno del 1980, mentre celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale La Divina Providencia. In suo ricordo questa mattina, l’attuale arcivescovo di San Salvador, monsignor José Luis Escobar Alas, ha presieduto una Eucarestia nella Cattedrale metropolitana, alla presenza dell’intera Conferenza episcopale. Tutte le parrocchie dell’arcidiocesi hanno partecipato, fisicamente e spiritualmente, a questo momento di festa.
Vicino ai poveri e alla gente
Nella memoria collettiva risuonano ancora le parole di Papa Francesco alla cerimonia di canonizzazione di monsignor Romero, il 14 ottobre 2018, durante la quale elevò agli onori degli altari anche Papa Paolo VI e altri beati: “È bello che insieme a lui e agli altri santi e sante odierni ci sia monsignor Romero, che ha lasciato le sicurezze del mondo, persino la propria incolumità, per dare la vita secondo il Vangelo, vicino ai poveri e alla sua gente, col cuore calamitato da Gesù e dai fratelli”.
Il saluto ai pellegrini di San Salvador
Il giorno successivo, 15 ottobre, il Papa ha ricevuto in Aula Paolo VI un folto gruppo di pellegrini di El Salvador, venuti a Roma per celebrare il loro arcivescovo divenuto santo. A loro Francesco rivolse un appassionato discorso, in cui, ricordando la figura di questo emblematico difensore dei diritti umani, disse che Romero “ha saputo incarnare con perfezione l’immagine del buon Pastore che dà la vita per le sue pecore”. “Perciò, e ora molto di più dopo la sua canonizzazione”, aggiungeva il Pontefice, “potete trovare in lui un esempio e uno stimolo nel ministero che vi è stato affidato. Esempio di predilezione per i più bisognosi della misericordia di Dio. Stimolo per testimoniare l’amore di Cristo e la sollecitudine per la Chiesa, sapendo coordinare l’azione di ognuno dei suoi membri e collaborando con le altre Chiese particolari con affetto collegiale”.
Un messaggio di pace per tutta l’America Latina
Nello stesso incontro, Papa Francesco inviò un messaggio all’intero popolo di San Salvador, custode di “una fede viva che esprime in diverse forme di religiosità popolare e che plasma la sua vita sociale e familiare”. Un popolo del quale, disse ancora il Pontefice a vescovi e sacerdoti presenti, bisogna prendersi cura “senza scandalizzarsi”. Proprio come fece Romero, che svolse questo servizio fino alla morte. “Non sono mancate le difficoltà, il flagello della divisione, il flagello della guerra; la violenza si è sentita con forza nella sua storia recente, ma questo popolo resiste e va avanti”, disse ancora Francesco, guardando alla storia recente di El Salvador. “Non sono pochi i salvadoregni che hanno dovuto abbandonare la propria terra alla ricerca di un futuro migliore”. Il ricordo di san Óscar Romero, disse, è quindi “un’opportunità eccezionale per lanciare un messaggio di pace e di riconciliazione a tutti i popoli dell’America Latina”.