Ucraina: gli aiuti di Acs alla diocesi di Kiev-Zhytomyr

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Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Molti villaggi e città sono in uno stato di disastro umanitario, in tanti non hanno acqua e cibo e a distribuire il necessario – fin dove è possibile arrivare – sono sacerdoti, suore e laici che la diocesi di Kiev-Zhytomyr ha organizzato in equipe. Sono le informazioni sulla situazione in Ucraina che giungono alla fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” che fino ad ora ha fornito aiuti d’urgenza per un totale di 250mila euro. In un momento come questo “non possiamo essere da nessun’altra parte”, afferma monsignor Vitalii Kryvytsky, vescovo di Kiev-Zhytomyr, uno dei tanti pastori della Chiesa che hanno rifiutato di lasciare il proprio gregge.

La diocesi di Kiev-Zhytomyr al fianco di sfollati e vulnerabili

“Il personale diocesano aiuta anche nell’evacuazione delle persone da luoghi pericolosi”, spiega padre Mateusz Adamski, responsabile degli aiuti inviati da ACS, che manifesta la propria gratitudine per i fondi di emergenza grazie ai quali la Chiesa sostiene famiglie sfollate e persone vulnerabili. Il sacerdote ringrazia anche per le preghiere che giungono da ogni parte del mondo. “Queste settimane di guerra in Ucraina sono state le più dure e le più tragiche della storia moderna. Siamo convinti che Dio ci sta aiutando a sopravvivere in questi tempi difficili attraverso la vostra preghiera e il vostro aiuto” riferisce ad Acs padre Adamski. “Il pericolo di perdere la vita durante il servizio è reale – aggiunge -, basti pensare che il sindaco di Hostomel, che si trovava fuori Kiev, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre distribuiva pane e medicine alla propria comunità, secondo i media confermati dalla diocesi”.

I pericoli

La missione umanitaria e il volontariato sono in pericolo a causa del rischio immediato per la vita, ma la diocesi continua a fornirli dove è necessario. “Noi come Chiesa di Cristo siamo con il nostro popolo in pericolo, bisognoso, vulnerabile, spaventato, ferito e debole, assicura il sacerdote. Dati i molti civili e soldati feriti ogni giorno, c’è bisogno di donazioni di sangue, per questo i residenti di Kiev ne hanno donato in grandi quantità, e insieme a loro anche le religiose che sono rimaste nella diocesi.