Roberta Barbi – Città del Vaticano
“Ciò che sta accadendo oggi in Europa dovrebbe aiutarci a trarre una lezione preziosa sulla pace, sull’importanza di non dare mai per scontati i progressi che la società ha fatto per conquistarla e sulla necessità di non rinunciare mai al dialogo, alla costruzione di ponti e alla comprensione reciproca anche al di là delle divisioni storiche”. Così il Primate cattolico di tutta l’Irlanda, l’arcivescovo Eamon Martin, e il Primate della Chiesa d’Irlanda, l’arcivescovo John McDowell, hanno esordito nel loro messaggio per la festa di San Patrizio che ricorre oggi, con un appello alla pace guardando alla guerra in Ucraina: “Che tutti i cristiani d’Europa, compresi il Patriarca Kirill e la Chiesa ortodossa russa, si uniscano negli sforzi quotidiani, spirituali e pratici, a sostegno di un cessate il fuoco, dell’azione umanitaria e dell’immediata deposizione delle armi”.
Sull’esempio di San Patrizio operiamo per la pace
San Patrizio: modello di riconciliazione e di pace. È questo il tema scelto quest’anno dalla Chiesa irlandese per la festa di San Patrizio e i vescovi ne approfittano per esprimere preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina: “Come milioni di altre persone in Europa e in tutto il mondo, siamo profondamente turbati e rattristati dal terrore della guerra che ha devastato la vita in Ucraina nelle ultime tre settimane – hanno detto – chiediamo un immediato cessate il fuoco e la fine dell’implacabile bombardamento che ha intrappolato innumerevoli civili in un incubo di distruzione e allontanato milioni di persone dalle loro case e famiglie. Temiamo che la crisi umanitaria che questa follia ha causato possa ancora accelerare prima di risolversi”. “Sarebbe inconcepibile per noi celebrare la festa di San Patrizio quest’anno senza offrire la solidarietà delle nostre preghiere, carità e accoglienza al popolo ucraino – hanno proseguito i presuli d’Irlanda – preghiamo per la comunità ucraina che vive sulla nostra isola e per le loro famiglie e amici che sono intrappolati nell’orrore della distruzione e dello spargimento di sangue in patria. Uniamo i nostri piccoli sacrifici quaresimali alla loro immensa sofferenza. Riconosciamo anche i molti russi, qui e nel loro Paese, che non hanno alcuna responsabilità per questa situazione straziante e che condividono il nostro desiderio di pace e di fine di questa terribile violenza”.
Il sostegno umanitario: la luce del Vangelo che splende oggi
“Anche se siamo a molte miglia di distanza dall’orribile bombardamento e dalla perdita di vite umane, il sacrificio del popolo ucraino ci colpisce in questo giorno di San Patrizio – scrivono ancora i presuli – è incoraggiante che i cristiani, le persone di altre fedi e tutte quelle di buona volontà qui in Irlanda si stiano istintivamente spendendo in un massiccio sforzo umanitario di sostegno e solidarietà, specialmente verso i milioni di rifugiati che sono fuggiti dalla loro patria”. “In giovane età San Patrizio fu catturato e portato via: senza dubbio era spaventato, disorientato, angosciato e timoroso per la sua vita – ricordano – così anche le migliaia di rifugiati che arrivano in Irlanda devono sentirsi dispersi tra le nazioni. Preghiamo che la nostra terra di accoglienza continui a offrire una tregua compassionevole alle nostre sorelle e ai nostri fratelli nel momento del bisogno. Questa è la luce del Vangelo che risplende nell’oscurità: l’effusione di preghiera, carità e solidarietà in tutta l’Irlanda verso il popolo dell’Ucraina è stata rincuorante. Molti individui e comunità parrocchiali sono già stati estremamente generosi nello stabilire legami attivi con progetti caritatevoli in Ucraina e lungo i suoi confini per sostenere i rifugiati e coloro che rimangono nella loro patria. Sosteniamo e incoraggiamo con tutto il cuore questi sforzi”.
Lavorare per sanare conflitti e favorire la fraternità
I vescovi si concentrano poi sulla figura di San Patrizio come portatore di pace: “Incoraggiamo i cristiani in Irlanda a ispirarsi alla vita e alla testimonianza di San Patrizio per essere riconciliatori e costruttori di pace – scrivono ancora – è triste pensare che, mentre il mondo esce da una pandemia globale che ci ha ricordato così fortemente la nostra connessione e interdipendenza, il nostro continente sia caduto così facilmente nelle inutili divisioni e devastazioni della guerra. La guerra è una sconfitta per l’umanità. Rappresenta il fallimento della politica, della diplomazia e del dialogo”. “La tragedia a cui stiamo assistendo in Ucraina in questi giorni – concludono – ci spinge nuovamente qui in Irlanda a lavorare per una genuina fraternità umana come unico modo per risolvere le differenze e i conflitti”.