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La Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano, composta dai cardinali Dominique Mamberti, Leonardo Sandri e Giuseppe Versaldi, nell’udienza tenuta oggi 5 marzo, ha confermato il provvedimento di confisca di prevenzione di circa 25 milioni di euro, disposto il 9 luglio 2020 dal Giudice unico e ribadito il 21 gennaio 2021 dal Tribunale Vaticano, nei confronti dell’avvocato Gabriele Liuzzo, coinvolto, unitamente ad Angelo Caloia e a Lelio Scaletti, nel processo di dismissione del patrimonio immobiliare dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior).
Nel gennaio dell’anno scorso, Angelo Caloia e Gabriele Liuzzo, rispettivamente ex presidente ed ex legale dell’Istituto, sono stati condannati in primo grado a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di peculato e appropriazione indebita ai danni dello Ior.
Parallelamente al processo penale, l’Ufficio del Promotore di Giustizia, rappresentato da Gian Piero Milano, Alessandro Diddi, Roberto Zannotti e Gianluca Perone, aveva avviato il procedimento per l’applicazione della confisca di prevenzione, una misura inserita nell’ordinamento vaticano con una norma entrata in vigore nel 2018 che ha segnato la conclusione del processo di adeguamento della legislazione vaticana ai più moderni sistemi normativi per la prevenzione e repressione dei patrimoni di illecita provenienza.
Con l’odierna pronuncia, la Corte di Cassazione, nel confermare l’operato dell’Ufficio del Promotore, ha applicato per la prima volta le nuove disposizioni.