Emozionante cerimonia di consegna del Premio Zayed 2022

Vatican News

Felipe Herrera-Espaliat – Abu Dhabi

Il Premio Zayed 2022 per la Fratellanza Umana, un riconoscimento in memoria del fondatore degli Emirati Arabi Uniti, Zayed bin Sultan Al Nahayan, è stato ufficialmente conferito nel pomeriggio di oggi. Il monumento commemorativo ad Abu Dhabi ha fatto da cornice alla cerimonia e i destinatari del premio di quest’anno sono stati la coppia reale giordana e i rappresentanti della fondazione di Haiti Fokal, per la Conoscenza e la Libertà.

Il Premio Zayed è stato istituito per dar risalto a coloro che contribuiscono alla promozione di un mondo più pacifico, armonioso e compassionevole. Si ispira ai valori incarnati nel Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmato il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb, uno dei massimi dignitari dell’Islam sunnita. Entrambi i leader religiosi hanno assistito alla presentazione dei premi per via telematica.

La gratitudine del Papa e del Grande Imam

La giuria, presente alla cerimonia di premiazione, ha elogiato il re Abdullah II di Giordania per il suo costante impegno nel dialogo interreligioso in Medio Oriente, i suoi sforzi per superare le divisioni tra i musulmani e la sua dedizione al rafforzamento delle relazioni tra l’Occidente e l’Oriente. La regina Rania è stata insignita per la sua forte difesa dei diritti dei rifugiati e la sua lotta a favore della tolleranza e dell’inclusione, attraverso una miriade di iniziative da lei sostenute.

Il Papa in un videomessaggio ha evidenziato l’impegno dei reali di Giordania nell’accogliere “un gran numero di rifugiati, nel promuovere i valori della convivenza, del dialogo fra le diverse tradizioni religiose, nella lotta contro le discriminazioni e per l’emancipazione dei giovani e delle donne”. Mentre all’organizzazione umanitaria Fokal, Francesco ha ricordato quanto Haiti sia vicina al suo cuore e alle sue preghiere. Per questo motivo, si è rallegrato particolarmente che abbiano ricevuto questo premio che, oltre all’onore, porta in dote un fondo di mezzo milione di dollari a sostegno delle loro attività, volte a promuovere i diritti umani nel Paese caraibico, soprattutto attraverso la formazione dei giovani.

Alle parole del Papa ha fatto eco il Grande Imam che, rivolgendosi alla presidente della fondazione Fokal Michèle Pierre-Louis, ha espresso la sua ammirazione e gratitudine “per i vostri sforzi sinceri di servire l’eroico popolo haitiano che ha sofferto tanto e continua a soffrire per le tragedie della povertà e dei disastri naturali. Voi siete veramente un ideale e un modello per tante persone”, ha detto nel suo messaggio dall’Egitto.

Guarda l’intervista a Michaelle Jean, membro della giuria del primo Zayed nel 2020

Il discernimento della giuria

Una varietà di persone indipendenti, tra cui ex capi di stato, un premio Nobel per la pace ed esperti di dialogo interreligioso e interculturale di tutto il mondo, hanno costituito la giuria che ha determinato i vincitori del premio di quest’anno. Una fra loro è l’attivista americana contro l’estremismo, Leah Pisar, che ha spiegato che la forza dell’esempio che offrono al mondo è risultata fondamentale nell’assegnare il premio al re Abdullah II e alla regina Rania. Potevano disinteressarsi e non essere coraggiosi, “ma hanno scelto di essere coraggiosi e lottare per qualcosa”, ha detto. Per quanto riguarda Fokal, Pisar ha affermato che la Fondazione rivela “una bella storia di resilienza e determinazione di fronte alle avversità”. Haiti è un luogo difficile, colpito dalla natura, dai problemi politici e dalla violenza. E qui ci sono persone che hanno deciso che questo non li avrebbe limitati e che avrebbero aiutato i loro fratelli e sorelle”.

A rappresentare Papa Francesco nella giuria c’era il cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il prelato, con una lunga storia di progetti per aiutare i migranti e i rifugiati, ha ricordato che “al cuore del concetto e della visione della fratellanza umana c’è il fatto che siamo tutti figli e figlie del Padre Creatore. Questo è quello che siamo, ma questo non è solo un fatto, è anche una vocazione, e la vocazione è proprio quella di trattarci come fratelli e sorelle”.

E questo è l’obiettivo del Premio Zayed, che la fratellanza umana non sia solo un concetto, ma che si realizzi in azioni concrete che collaborino alla promozione dei popoli, affinché tutti possano godere di una convivenza comune dove la la giustizia generi la pace.

Il cardinale Czerny al Premio Zayed