Roberta Barbi – Città del Vaticano
Sostenere la pastorale giovanile, i seminari, i servizi sociali, i centri pastorali, l’evangelizzazione e la catechesi, ma anche le comunicazioni, la costruzione e la ristrutturazione di edifici di culto in 28 Paesi tra l’Europa centrale e orientale: con questo spirito ogni anno la Chiesa degli Stati Uniti si appresta a raccogliere le offerte delle celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri e così farà anche quest’anno il 2 marzo prossimo, ma con una novità: si potrà contribuire anche attraverso #iGiveCatholicTogether.
Nell’ Europa orientale Paesi ancora in ricostruzione
Dal crollo dei regimi totalitari nei primi anni ’90, i Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno fatto tanta strada verso la ricostruzione, ma c’è ancora bisogno di aiuto: per questo ogni anno la colletta che la Conferenza episcopale degli Stati Uniti promuove per il primo giorno di quaresima è dedicata alle Chiese di questa parte d’Europa dove c’è bisogno di portare guarigione e opportunità per una vita rinnovata in Cristo. “La generazione che è passata dalla caduta della cortina di ferro non ha ancora cancellato la rovina perpetuata da decenni di oppressione – ha spiegato il vescovo di Steubenville, Ohio, e presidente della sottocommissione per gli aiuti alla Chiesa in Europa centrale e orientale, monsignor Jeffrey M. Monforton -, quando doniamo alla colletta per queste Chiese, stiamo condividendo la fede e la misericordia con persone i cui genitori e nonni sono stati imprigionati per aver praticato la fede o addirittura solo per aver pregato”.
Dove vanno a finire gli aiuti
Nel 2021, i doni alla colletta hanno fornito più di 6.4 milioni di dollari, che sono stati ripartiti per il finanziamento di diversi progetti. In Polonia, ad esempio, dove più di un milione di persone sono fuggite dal conflitto in Ucraina, è stata finanziata la piattaforma digitale in lingua ucraina, messa a punto dai gesuiti della Missione locale, che offre notizie laiche e cattoliche e forum di discussione per aiutare gli immigrati ucraini a rimanere informati e a costruire relazioni. In Croazia, invece, dove ancora un quinto della popolazione vive in povertà e il volontariato è molto carente, si sostiene “72 ore senza compromessi”: un’iniziativa che per quattro giorni riunisce adolescenti e giovani adulti che qui imparano a pregare e a mettere in pratica la fede e l’insegnamento sociale cattolico attraverso il servizio ai poveri.
Tanti Paesi, tanti progetti, un unico obiettivo: la solidarietà
In Bielorussia, si organizza l’assistenza sociale e spirituale per gli adulti disabili, facendoli uscire dall’isolamento e costruire amicizie, ricevendo al tempo stesso aiuto per le loro necessità sociali, psicologiche, fisiche e spirituali. In molte nazioni, tra cui l’Ungheria e la Romania, la colletta, invece, sta aiutando le diocesi a implementare le norme stabilite dalla Lettera Apostolica in forma di motu proprio “Vos estis lux mundi”, emessa da Papa Francesco nel 2019, sul peccato dell’abuso su minori e persone vulnerabili da parte di persone che servono nella Chiesa. In alcune parti di questa regione, la creazione e l’attuazione di linee guida diocesane per la protezione dei bambini e dei giovani è il primo sforzo sistematico di formazione sulla protezione dei bambini da parte di qualsiasi organizzazione importante, laica o religiosa. In Bosnia-Erzegovina, dove le animosità etniche e religiose minacciano ancora di sfociare nella violenza, il Centro pastorale giovanile Giovanni Paolo II di Sarajevo riunisce adolescenti e giovani adulti di tutte le provenienze per attività sportive progettate per aiutarli a costruire amicizie al di là delle differenze. Infine in Slovacchia, l’archeparchia greco-cattolica di Prešov è impegnata in attività di sensibilizzazione tra i rom – forse il gruppo etnico più emarginato in Europa, con molti che vivono ancora in comunità prive di acqua corrente ed elettricità – e produce documentari per aiutare la popolazione slovacca a capirli e ad apprezzarli.
Crescere come fratelli e sorelle in Cristo
“Quando doniamo alla colletta per la Chiesa in Europa centrale e orientale, stiamo rispondendo all’amore della nostra Madre per coloro che soffrono, alla chiamata di San Giovanni Paolo II ad aiutare coloro che si stanno riprendendo dall’oppressione e alla promessa di solidarietà di Papa Francesco verso coloro che sono ai margini – ha concluso il vescovo Monforton -. Oltre alle nostre preghiere e al lavoro continuo che la Chiesa fa in questa regione, i fondi di questa raccolta ci aiutano a crescere più vicini al popolo dell’Europa centro-orientale come fratelli e sorelle in Cristo”.