Alessandro Di Bussolo – Dubai
Nel grande schermo del Padiglione della Sostenibilità dell’Expo 2020 di Dubai, è un video ad aprire le celebrazioni della seconda Giornata mondiale della Fratellanza Umana indetta dalle Nazioni Unite, sul tema “Sotto lo stesso cielo”. Dopo le immagini di guerra, morte e distruzione, le parole di Gandhi, che si proclama soldato di pace, di Santa Teresa di Calcutta sul legame tra preghiera, fede e amore, il sogno di uguaglianza di Martin Luther King, e infine l’elogio della tolleranza dello sceicco Zayed, fondatore degli Emirati Arabi Uniti.
Expo di Dubai, un “manifesto della fratellanza”
Poi il ministro della Tolleranza e della Coesistenza di Abu Dhabi, lo sceicco Mabarak Al Nahyan dà il benvenuto ai partecipanti alla “Tavola rotonda della Fratellanza Umana e dell’Alleanza per la Tolleranza Globale”, organizzata dal suo Ministero e dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, con il sostegno della Santa Sede e dell’Università di Al-Azhar de Il Cairo. Lo sceicco sottolinea che l’Esposizione universale stessa è un manifesto della fratellanza, nel suo esaltare le diversità culturali dei Paesi del mondo e promuoverne il rispetto. Le produzioni dell’uomo esposte nei padiglioni dimostrano l’importanza che tutti i cittadini del mondo lavorino insieme a beneficio di tutta l’umanità.
Mettere all’angolo razzismo ed estremismo
Il lavoro comune per obiettivi condivisi, per Al Nahuan, promuove il rispetto per le diversità etniche, culturali e religiosa e mette in un angolo razzismo e l’estremismo. Il futuro del pianeta, dice, ci chiede di combattere gli estremismi e ribellarci alla radicalizzazione. Per rendere i giovani meno permeabili alle idee violente e ai comportamenti antisociali, lo sceicco-ministro indica tre priorità. Prima di tutto, “il mondo ha bisogno di leader che a tutti i livelli credono fermamente nella Fratellanza Umana, la promuovono e la proteggono”. Inoltre l’azione a sostegno della fratellanza deve essere parte della vita quotidiana della società, perché “società di successo permettono al propri cittadini di esprimere la diversità apertamente, con fiducia e in sicurezza”. Infine sono indispensabili leggi e regolamenti che proibiscano la diffusione dell’intolleranza e dell’estremismo.
Al-Tayyeb: difendere i più vulnerabili, vittime del materialismo
Concetti che tornano nel videomessaggio del Grande Imam di Al Azhar Al-Tayyeb, diffuso insieme a quello di Papa Francesco: il cammino iniziato tre anni fa, spiega salutando il fratello Papa Francesco, ci porta verso un mondo migliore, nel quale prevalga lo spirito di tolleranza, fraternità, solidarietà e collaborazione. E che abbia a cuore i più vulnerabili, oggi vittime del materialismo moderno, frutto dall’individualismo umano.
Al Duwaini: solo interpretazioni errate separano fede e tolleranza
A Dubai, il delegato del Grande Imam è il suo sottosegretario Muhammad Al Duwaini, che sottolinea come gli Emirati Arabi siano un Paese giovane, ma capace di integrare la tolleranza in modo pratico nella vita quotidiana. “Se seguissimo la nostra religione nella sua forma giusta, senza interpretazioni errate – chiarisce il muftì Al Duwaini – saremmo nelle migliori condizioni possibili per diffondere tolleranza e fraternità”. Il Documento sulla Fratellanza Umana, prosegue, “viene dal cuore dell’Islam, l’Università di Al Azhar lo ha fatto nascere e oggi gli Emirati Arabi Uniti lo stanno facendo crescere, promuovendo la cultura e i principi di coesistenza e fratellanza e contrastando tutte le incomprensioni”. Purtroppo nel mondo, conclude, “persone e organizzazioni stanno ancora cercando di diffondere la paura e il terrore, ma nella religione non c’è spazio per chi vuole privare gli altri dei loro diritti. Puntiamo a costruire il giorno nel quale le bugie della guerra e il terrorismo diventino cose del passato”.
Ayuso: la fratellanza è per tutti i credenti e gli uomini di buona volontà
Il primo gruppo di interventi della tavola rotonda è chiuso dal cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e attualmente anche dell’Alto Comitato. Il porporato spagnolo sottolinea che il documento “non è una mappa, ma un impegno, da realizzare giorno dopo giorno, a lavorare insieme per il bene comune e a contribuire con gli altri credenti e le persone di buona volontà a guarire il mondo ferito”. La fratellanza “non è esclusiva di un gruppo ma inclusiva di tutti. Può diventare la dinamica “con la quale ci alziamo al di sopra delle differenze e costruiamo ponti di coesistenza di un nuovo mondo”.
Temi che il cardinal Ayuso Guixot approfondisce in questa intervista a Vatican News.
A tre anni dal Documento firmato dal Papa e dal Grande Imam di Al Azhar, si può dire che sono stati fatti passi concreti sul cammino della Fratellanza umana?
Dico di sì, perché il Documento di per sé ha avuto una ricezione molto buona fin dall’inizio e poi grazie anche alla comunità internazionale che attraverso la risoluzione delle Nazioni Unite ha proclamato il 4 febbraio Giornata internazionale della Fratellanza umana. Tutto questo ha contribuito a questa diffusione e come abbiamo visto già dall’anno scorso sono state moltissime le adesioni in tante parti del mondo e anche quest’anno è successo lo stesso. Di conseguenza è un processo, non siamo mai arrivati. Il Documento è una pietra miliare sul cammino del dialogo interreligioso e segna quanto lontano siamo arrivati insieme, ma è anche un punto di partenza. Credo che dobbiamo essere soddisfatti del lavoro fatto, ma guardando il nostro mondo sappiamo che c’è ancora tanto da camminare se desideriamo questa fratellanza umana.
Il Papa ha più volte espresso, anche nel messaggio nell’incontro virtuale dello scorso anno il concetto che “o siamo fratelli o finisce tutto”. Pensa che le altre fedi colgano che ormai solo la fratellanza può essere “l’ancora per la salvezza dell’umanità” come indicato da Francesco oggi?
Sì evidentemente, ed è un elemento di arricchimento, benché alcuni settori abbiano questa paura di pensare che si stia tentando di creare una religione nuova o che la fratellanza diventi un nuovo culto in tutto il mondo. Ma è tutto il contrario, perché promuovendo la fratellanza, non stiamo facendo altro che riconoscere e far riflettere che, come ha detto ripetute volte il Santo Padre, “siamo tutti sulla stessa barca”. Ricordo che già con l’inizio dell’anno nuovo il Papa aveva anche accennato che si ha l’impressione che oggi, più che essere tutti sulla stessa barca, ci sia un “si salvi chi può”. Dobbiamo lavorare perché questa umanità possa guarire dalle sue infermità e questo richiede che ci sia da parte di noi tutti un servizio reso alla società. Da qui il richiamo continuo del Papa che sottolinea che è una responsabilità di tutti, non è un optional, ma è una necessità dalla quale dipende il futuro dell’umanità. E’ una è una sfida per il futuro dell’umanità.
Un’altra preoccupazione continua del Papa, espressa anche nel Documento, è riuscire, con la fratellanza e col sentirsi tutti un’unica famiglia umana, a sostenere chi soffre ed è svantaggiato. Attraverso l’Alto comitato cercate di stimolare questa sensibilità comune?
Sì, certamente, perché nell’attività di diffondere un messaggio di fratellanza, nel suo insieme, io vedo che c’è appunto questo lavorare, come desidera Papa Francesco e lo esprime anche nel Documento, per combattere le disuguaglianze che oggi ci sono del mondo. Perciò guardando il mondo nel quale viviamo, e soprattutto adesso in tempo di pandemia, vediamo questa grande esigenza di andare in quei settori della società dove la ferita è più profonda, dove c’è più bisogno di sperimentare questa guarigione umana. Sono tanti i rifugiati, sono tanti i poveri dovuti alla crisi. Sono contento che il cardinale Czerny in una intervista abbia sottolineato come il Documento della Fratellanza umana tocchi il cuore di quello che è il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. Ed è vero, perché è qui che noi dobbiamo impegnarci tutti insieme. Ho sempre pensato che più ci avviciniamo all’essere umano più troviamo e incontriamo Dio.
C’è la speranza di allargare le adesioni all’Alto Comitato anche ad altre religioni, o già in questo modo siete al completo per lavorare bene?
No, il messaggio è per tutta l’umanità e quindi per la collaborazione con tutte le altre tradizioni religiose. Di fatto, la firma ad Abu Dhabi ebbe luogo alla fine di una conferenza internazionale della Fratellanza umana organizzata dal Ministero della Tolleranza degli Emirati Arabi Uniti, nella quale furono invitati membri delle differenti tradizioni religiose e anche persone di buona volontà. Di conseguenza, anche per il dono che ha fatto il principe ereditario di concedere il terreno per la costruzione di della Casa Abramitica, è vero che si pensa più ai tre monoteismi, alla famiglia di Abramo. Però questa famiglia è veramente è aperta a tutti gli altri e quindi è nel progetto che ci vediamo assieme, gli uni gli altri, per collaborare, come già si sta facendo in diversi modi, per promuovere questa fratellanza.