Adriana Masotti – Città del Vaticano
“Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”: una frase che ancora oggi si sente ripetere spesso, pronunciata da Gesù a Nazaret. Il brano di oggi, tratto dal Vangelo di Luca, presenta Gesù nella sinagoga del suo luogo di nascita, dove tutti sapevano che era figlio di Giuseppe, il falegname. Dai suoi compaesani, meravigliati di sentirlo parlare e increduli, Gesù non viene capito, anzi, osteggiato: da lui, dice Francesco, volevano miracoli, segni prodigiosi”, ma lui non ne fa. L’insuccesso della prima sua predicazione, osserva il Papa, era però in qualche modo prevista, Gesù se l’aspettava. E prosegue:
Allora possiamo chiederci: perché, se prevede un fallimento, va lo stesso al suo paese? Perché fare del bene a gente che non è disposta ad accoglierti? È una domanda che ci poniamo spesso anche noi. Ma è una domanda che ci aiuta a capire meglio Dio. Egli, davanti alle nostre chiusure, non si tira indietro: non mette freni al suo amore. Davanti alle nostre chiusure lui va avanti. Ne vediamo un riflesso in quei genitori che sono consapevoli dell’ingratitudine dei figli, ma non per questo smettono di amarli e di fare loro del bene. Dio è così, ma a un livello molto più alto. E oggi invita anche noi a credere nel bene, a non lasciare nulla di intentato nel fare il bene.
Accogliere Gesù nella realtà quotidiana
La gente di Nazaret non fu accogliente nei confronti di Gesù, afferma Papa Francesco, e noi? E suggerisce di guardare ai due modelli di accoglienza proposti da Gesù stesso. Sono due stranieri: una vedova di Sarepta di Sidone che accolse Elia, nonostante la carestia, e Naamàn, il Siro, che diede credito e fiducia ad Eliseo, non dopo aver attraversato entrambi delle prove. La vedova e Naamàn – sottolinea Papa Francesco – accolsero i due profeti “attraverso la disponibilità e l’umiltà”. Il modo di accogliere Dio è questo, continua, così si esprime la fede e loro “sono stati docili, non rigidi e chiusi”.
Fratelli e sorelle, anche Gesù percorre la via dei profeti: si presenta come non ce l’aspetteremmo. Non lo trova chi cerca miracoli, sensazioni nuove, una fede fatta di potenza e segni esteriori. Lo trova, invece, chi accetta le sue vie e le sue sfide, senza lamentele, senza sospetti, senza critiche e musi lunghi. Gesù, in altre parole, ti chiede di accoglierlo nella realtà quotidiana che vivi; nella Chiesa di oggi, così com’è; in chi hai vicino ogni giorno; nella concretezza dei bisognosi.
Mente aperta e cuore semplice
Il Papa invita ancora a chiedersi come ci poniamo noi davanti al Signore, se come i suoi compaesani crediamo “di sapere tutto su di Lui”, pensiamo di conoscerlo bene “con le nostre idee e i nostri giudizi”, rischiando di chiuderci alle novità di Gesù e di rimanere “fissi sulle nostre posizioni”. Il Signore ci chiede “una mente aperta e un cuore semplice”, conclude Francesco e indica Maria come modello di umiltà e disponibilità. Che lei “ci mostri la via per accogliere Gesù”.