Adriana Masotti – Città del Vaticano
La comunicazione in senso cristiano costruisce ponti e contrasta le menzogne, non chi magari in modo non consapevole vi aderisce. Parlando ai membri del Consorzio internazionale di media cattolici, ricevuti stamattina nella Sala Clementina, Papa Francesco affronta alcuni nodi cruciali della’informazione in questo tempo di pandemia. Aprendo il suo discorso, cita alcune espressioni di San Paolo VI tratte dal messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali del 1972 dove si riconosceva il potere dei media sui comportamenti e le scelte delle persone. Papa Paolo VI sottolineava, cita ancora Francesco, che “l’eccellenza del compito dell’informatore consiste non soltanto nel rilevare ciò che è immediatamente riscontrabile, ma anche nel cercare elementi di inquadramento e di spiegazione circa le cause e le circostanze dei singoli fatti che egli deve segnalare”. Un compito, dunque, che richiede senso di responsabilità e rigore.
Papa Montini parlava della comunicazione e dell’informazione in generale, ma le sue parole risultano quanto mai aderenti alla realtà se pensiamo a certa disinformazione che circola sul web ai giorni nostri. Infatti, voi vi proponete proprio di evidenziare le fake news e le informazioni parziali o fuorvianti sui vaccini contro il Covid-19, e avete iniziato a farlo mettendo in rete diversi media cattolici e coinvolgendo vari esperti.
L’importanza oggi del fare rete
Francesco ricorda che scopo del Consorzio è “essere insieme per la verità”. Essere insieme, fare rete, dice, è fondamentale nel campo dell’informazione e in un tempo di tante divisioni e anche di opinioni è già una testimonianza. Oggi, oltre alla pandemia, osserva, si è diffusa “l’infodemia”, e cioè “la deformazione della realtà basata sulla paura, che nella società globale fa rimbombare echi e commenti su notizie falsificate se non inventate”. Anche il moltiplicarsi delle informazioni e la circolazione di pareri cosiddetti scientifici possono generare confusione. E’ necessario, prosegue Francesco, richiamando quanto aveva già affermato in un discorso nell’ottobre 2021, “fare alleanza con la ricerca scientifica sulle malattie, che progredisce” tenendo presente che il sapere va condiviso.
Questo vale anche per i vaccini: “È urgente aiutare i Paesi che ne hanno di meno, ma occorre farlo con piani lungimiranti, non motivati solo dalla fretta delle nazioni benestanti di stare più sicure. I rimedi vanno distribuiti con dignità, per favore: non come elemosine pietose. Per fare del bene davvero, occorre promuovere la scienza e la sua applicazione integrale”. Perciò, essere correttamente informati, essere aiutati a capire sulla base dei dati scientifici e non delle fake news, è un diritto umano.
Contro le fake news nel rispetto delle persone
La seconda parola che Papa Francesco sottolinea è per, una parola piccola ma piena di significato: il cristiano, commenta, è contro le menzogne, ma sempre per le persone. Non bisogna dimenticare, avverte, la “distinzione tra le notizie e le persone”. Se è necessario contrastare le fake news, vanno sempre rispettate le persone che spesso inconsapevolmente vi aderiscono. E il Papa afferma ancora:
Il comunicatore cristiano fa proprio lo stile evangelico, costruisce ponti, è artigiano di pace anche e soprattutto nella ricerca della verità. Il suo approccio non è di contrapposizione alle persone, non assume atteggiamenti di superiorità, non semplifica la realtà, per non scadere in un fideismo di stampo scientifico. Infatti, la scienza stessa è un continuo approssimarsi alla soluzione dei problemi. La realtà è sempre più complessa di quanto crediamo e dobbiamo rispettare i dubbi, le angosce, le domande delle persone, cercando di accompagnarle senza mai trattarle con sufficienza. Questo colloquio con i dubbiosi, no?
Papa Francesco sottolinea il dovere, come comunicatori cristiani, di fare il possibile per “evitare la logica della contrapposizione”, cercando sempre di avvicinare, e di accompagnare le persone nelle loro scelte. “Cerchiamo di operare per la corretta e veritiera informazione sul Covid-19 e sui vaccini – afferma – ma senza scavare fossati, senza ghettizzare”.
Che una crisi non divenga un conflitto
Il Papa aggiunge a braccio una considerazione sull’essere insieme per nel tempo di crisi in cui viviamo oggi. Da essa non si esce da soli, ribadisce, e non usciremo uguali, ma migliori o peggiori. E prosegue:
Il problema – è una trappola psicologica – è trasformare la crisi in conflitto e il conflitto non si risolve: soltanto con la guerra, tra virgolette, con le distanze, con le contrapposizioni, e questo è tornare sempre indietro e non fare avanzare il dialogo, l’insieme. Mai fare che una crisi si converta in conflitto. No: è una crisi. Stiamo in crisi. Cerchiamo insieme di uscirne.
La verità non deve essere piegata a interessi commerciali
La terza parola che Francesco prende in considerazione è verità che deve sempre essere ricercata e rispettata dai comunicatori. Il Papa a questo riguardo osserva:
La ricerca della verità non può essere piegata a un’ottica commerciale, agli interessi dei potenti, ai grandi interessi economici. Essere insieme per la verità significa anche cercare un antidoto agli algoritmi progettati per massimizzare la redditività commerciale, significa promuovere una società informata, giusta, sana e sostenibile. Senza un correttivo etico, questi strumenti generano ambienti di estremismo e inducono le persone a pericolose radicalizzazioni – e questo è il conflitto.
Favorire la comunione e promuovere il bene
La verità per il cristiano, afferma ancora il Papa, non riguarda solo singole cose, ma l’esistenza intera e include anche significati relazionali come “sostegno, solidità, fiducia”. E il solo “veramente affidabile e degno di fiducia, sul quale si può contare, ossia ‘vero’, è il Dio vivente”. Gesù ha detto di sé, infatti : “Io sono la verità”. E conclude indicando ancora un preciso stile comunicativo: “lavorare al servizio della verità significa dunque cercare ciò che favorisce la comunione e promuove il bene di tutti, non ciò che isola, divide e contrappone”. Il Papa invita infine a ricordare e a pregare per le vittime del Covid-19 e per quanti “sono morti nel servizio alla gente ammalata. Sono gli eroi di questi giorni -dice -, e ci sono tanti eroi nascosti”.