Istruzione nel mondo. Unicef: incalcolabile il danno della pandemia sull’infanzia

Vatican News

Paola Simonetti  – Città del Vaticano

Le conseguenze della pandemia da Coronavirus passano in modo pesante fra i banchi di scuola di mezzo mondo, compromettendo l’accesso a uno dei più cruciali diritti dei bambini: l’apprendimento. Sono infatti più di 635 milioni, secondo gli ultimi dati dell’Unicef, gli studenti colpiti dal totale o parziale stop delle lezioni a cui molti istituti sono stati costretti per contenere il contagio. Il mancato accesso alla scuol, nei contesti più poveri ha significato anche la privazione degli unici e sicuri pasti disponibili nella giornata di un minore.

Perdita di competenze basilari

“A marzo, segneremo due anni di interruzioni dell’istruzione globale legate al Covid-19. Semplicemente, stiamo assistendo – ha dichiarato Robert Jenkins, responsabile Unicef per l’istruzione – a una perdita di scala quasi insormontabile per la scolarizzazione dei bambini”. A subire un colpo, l’apprendimento di nozioni di base come quelle di calcolo e alfabetizzazione. “A livello globale – sottolinea Unicef – l’interruzione dell’istruzione ha fatto sì che milioni di bambini abbiano perso in modo significativo l’apprendimento accademico che avrebbero acquisito se fossero stati in aula, con i bambini più piccoli ed emarginati che affrontano la perdita maggiore”.

Penalizzate zone a disagio economico

Le zone del mondo più penalizzate sono state quelle a basso e medio reddito, dove il blocco di apprendimento dovuto alla chiusura delle scuole ha lasciato fino al 70% dei bambini di 10 anni incapaci di leggere o capire un testo semplice, rispetto al 53% di prima della pandemia. Solo in Etiopia, stando al report Unicef, si stima che i bambini della scuola primaria abbiano imparato dal 30 al 40% in meno della matematica che avrebbero appreso durante un normale anno scolastico. Negli Stati UNiti la situazione non è stata più rosea: “Sono state osservate perdite di apprendimento in molti stati tra cui Texas, California, Colorado, Tennessee, North Carolina, Ohio, Virginia e Maryland. In Texas, per esempio, due terzi dei bambini di terza elementare – sottolinea il documento – sono risultati al di sotto del loro livello di matematica nel 2021, rispetto alla metà dei bambini nel 2019”.

In aumento dispersione scolastica

Le difficoltà di accesso ai luoghi dell’apprendimento e le scarse possibilità di studiare a distanza, hanno inciso sull’abbandono scolastico, in contesti spesso già drammaticamente in difficoltà. Circa 3 bambini su 4 della scuola elementare, in diversi stati brasiliani – rivela il report Unicef – non riescono a leggere, rispetto a 1 bambino su 2 pre-pandemia, mentre il tutto il Brasile, 1 studente su 10 di età compresa tra i 10 e i 15 anni ha riferito di non avere intenzione di tornare a scuola una volta riaperte. Cupa anche la situazione in Sudafrica, dove gli scolari sono dal 75% a un intero anno scolastico indietro rispetto a dove dovrebbero essere. Circa 400-500 mila studenti avrebbero abbandonato del tutto la scuola tra marzo 2020 e luglio 2021.

A rischio salute mentale e nutrizione

Ma il mancato apprendimento accademico per i bambini del mondo, non è stato l’unico pesante danno provocato dalla pandemia. La chiusura delle scuole, infatti, secondo Unicef, ha avuto un impatto sulla salute mentale dei bambini, oltre ad esporli a un maggior rischio di abusi. “Un numero crescente di dati dimostra che il Covid-19 – sottolinea il rapporto – ha causato alti tassi di ansia e depressione tra i bambini e i giovani, e alcuni studi hanno scoperto che le ragazze, gli adolescenti e coloro che vivono in zone rurali hanno maggiori probabilità di sperimentare questi problemi”. Compromessa anche l’opportunità di un’alimentazione regolare: “Più di 370 milioni di bambini nel mondo – ha concluso Unicef – hanno perso i pasti scolastici durante la chiusura delle scuole, perdendo quella che per alcuni bambini è l’unica fonte affidabile di cibo e nutrizione quotidiana”.

Il Patto Educativo Globale promosso da Papa Francesco

Un tema, quello dell’istruzione, sul quale il Pontefice si era soffermato già lo scorso anno in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, promuovendo l’iniziativa di un Patto Educativo Globale “per ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando – sottolineò Francesco – la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”, e invitando tutti a “unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”.