Accoglienza: le Chiese europee rispondono all’appello del Papa

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

La prima voce è quella del cardinale e presidente della Comece, la Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea. Il cardinale Jean-Claude Hollerich, sulla scia del richiamo agli Stati dell’Unione Europea espresso dal Papa oggi come anche nel suo recente viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, affinché accolgano i rifugiati bloccati nei Paesi di prima accoglienza, ribadisce che sono tanti i ”nostri fratelli disperati”. Sono i rifugiati in alcuni paesi d’Europa, che aspettano, nel loro grido di aiuto e attenzione ,”di essere ascoltati”. “La Chiesa in Europa non può rimanere indifferente” dunque, servono “rinnovato impegno”, “voce profetica” e esempi “concreti di solidarietà” verso dei “figli di Dio”, uomini e donne con “volti, storie e famiglie”.

COMECE: appello alle istituzioni e alla comunità 

Con il Papa dunque la COMECE chiede innanzitutto alle autorità dell’Unione europea di “permettere ai rifugiati che sono bloccati nei territori di prima accoglienza, come nel caso di Cipro e della Grecia, di essere trasferiti in un altro paese dell’Ue e di ricevere lì la protezione e la promozione di cui hanno bisogno”.  Poi la richiesta si estende anche alla Chiesa in Europa, fatta di parrocchie, comunità e fedeli, affinché diventino “testimoni di Cristo” specie in questo tempo di Natale e accolgano con spirito di servizio chi arriva in cerca di protezione. In uno sforzo comune si deve puntare – chiede il cardinale –  a progetti concreti in collaborazione con le autorità pubbliche.

Gesù ci illumini per superare l’indifferenza 

“Ci illumini il Bambino Gesù che sta per nascere” – è la preghiera finale del cardinale – affinché possiamo “riconoscerlo in ogni rifugiato che bussa alla nostra porta” con la forza necessaria per superare l’indifferenza.

La risposta della Chiesa slovena: migranti sfida e opportunità 

I vescovi sloveni accolgono e salutano l’invito del Papa aprendo le loro comunità a quanti sono in difficoltà: i migranti e i rifugiati – scrivono in un messaggio – sono una “sfida grande” per gli Stati membri. Paesi e cittadinanze sono chiamati alla solidarietà con chi bussa alle nostre porte cercando un futuro migliore. “L’ospitalità e l’accoglienza degli stranieri sono da tempo segno d’amore e di rispetto per la dignità di ogni essere umano. È quindi importante che il nostro Paese e l’Unione Europea diano a tutti i rifugiati e migranti l’opportunità di ottenere legalmente asilo per sé e per le loro famiglie, aiutandoli ad integrarsi”. La questione migranti è anche l’opportunità – rimarcano i presuli – di riflettere su quanto sta intorno alle guerre: commercio di armi, politiche economiche inique, povertà e corruzione. Che “la Sacra Famiglia in questo Natale – è l’auspicio finale – ci richiami al rispetto della dignità, al valore della pace e della solidarietà”. 

La Chiesa di Francia: serve stretta collaborazione

Sulla stessa linea si pone anche la Conferenza episcopale francese che, in una nota, ribadisce la necessità, nell’ambito dell’accoglienza dei migranti, di “una stretta collaborazione” tra i cristiani e le autorità politiche, “senza le quali una tale accoglienza non è possibile”. Ricordando, poi, i progetti di accompagnamento che, negli ultimi anni, si sono moltiplicati nelle diocesi francesi in favore di migranti e rifugiati, i vescovi d’Oltralpe rinnovano il loro desiderio di “contribuire a questa accoglienza” e in questa prospettiva ribadiscono “la loro disponibilità al dialogo con il governo francese”.

I vescovi austriaci al governo: tutelare dignità e diritti

Anche i presuli austriaci manifestano pieno sostegno all’appello odierno di Papa Francesco agli Stati europei ed esortano il governo federale ad unirsi a loro per far fronte al “tragico destino” dei rifugiati all’interno dell’Unione Europea. L’invito ai leader politici è a dare un “segno di solidarietà e umanità” e ad accettare un centinaio di famiglie che “arrivano dai campi d’accoglienza europei il cui status d’asilo è stato riconosciuto”. La Chiesa austriaca fa appello ai valori europei e cristiani che si ritrovano nel progetto  sollecitato dal Papa, ricorda il grande impegno umanitario già in atto nel Paese e la disponibilità riscontrata tra i cittadini a “curare e integrare”, allo stesso tempo però si rivolge all’Europa chiedendo “soluzioni giuste e solidali” che ancora mancano. Al governo la chiara domanda di tutelare frontiere e persone, dignità e diritti senza eccezioni.

Chiesa tedesca: soluzioni e responsabilità condivise

Tramite l’arcivescovo di Amburgo, monsignor Stefan Hesse, anche la Chiesa di Germania risponde con favore all’iniziativa del Papa di promuovere una distribuzione equa e solidale di quanti chiedono accoglienza in Europa. L’attività incessante del Papa è un costante invito alla carità – dicono – un esempio da seguire. Nella considerazione c’è il quadro di un Mediterraneo e di un’Europa che non migliora sul fronte migratorio nel tempo, anzi aggiunge sacche di miseria in diverse aree specie ai confini orientali dell’UE e nei Balcani. In questo contesto, la Chiesa in Germania chiede ampli programmi di accoglienza e maggiori sforzi per superare la crisi umanitaria ai confini esterni, mettendosi a disposizione ieri come oggi con la nuova leadership politica. Abbiamo bisogno – scrive l’arcivescovo di Amburgo –  di soluzioni a lungo termine e condivisione delle responsabilità. Il Natale  – conclude – ci ricorda ogni anno che Dio si fa uomo in un bambino indifeso che ha bisogno di protezione. Anche oggi incontriamo Cristo in persone la cui dignità è in grave pericolo. Così, l’appello del Papa non riguarda numeri astratti, ma esseri umani che hanno bisogno del nostro sostegno”.

La Chiesa di Spagna: sì ai corridoi umanitari

Facilitiamo nuove vie di accoglienza nelle nostre diocesi, facciamo eco al Papa e promuoviamo con lo Stato, a tutti i livelli, la creazione di corridoi umanitari e soluzioni stabili e inclusive. Così in un comunicato la Commissione episcopale per la Pastorale sociale e la Promozione umana, organismo dei vescovi di Spagna, in risposta all’appello di Francesco oggi. “Dio bussa alle nostre porte”, le comunità cristiane e tutta la società siano prossime a chi ne ha più bisogno: dalla Chiesa di Spagna le sottolineature su accoglienza responsabile e soluzioni giuste e durature.