Il messaggio del Papa in un bunker del Polo Nord grazie a Michael, attivista per il clima

Vatican News

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

“Prega per me al Polo Nord”, gli aveva detto il Papa quando lo aveva incontrato, il 2 giugno scorso, nel Cortile di San Damaso al termine dell’udienza generale. Michael Haddad, libanese di 40 anni, atleta professionista nonostante la disabilità e anche ambasciatore di buona volontà dell’Onu per le tematiche ambientali, nell’Artico non porterà con se solo le parole del Pontefice ma anche un suo concreto messaggio, racchiuso in un libro di sei centimetri per otto, grande quanto il palmo di una mano. Si tratta del volume Perché avete paura? Non avete ancora fede?, edito dalla Libreria Editrice Vaticana che raccoglie le parole più significative pronunciate dal Papa durante l’emergenza sanitaria che ha travolto il pianeta, in particolare le omelie mattutine a Santa Marta. Il libro è corredato dalle foto della indimenticabile serata del 27 marzo 2020, quando il mondo intero si collegò a televisori e smartphone per seguire il Vescovo di Roma nella passeggiata solitaria in una piazza San Pietro deserta.  

Una edizione speciale del Dicastero della Comunicazione

Il libro – che Francesco ultimamente include tra i regali ai capi di Stato e altri ospiti – è stato realizzato per l’occasione in una “mini” edizione speciale dal Dicastero per la Comunicazione. Michael, al termine della coraggiosa passeggiata con le stampelle e l’esoscheletro che lo sostiene da quando un incidente in jet ski gli ha lesionato il midollo, lo lascerà nel bunker delle Svalbard Global Seed Vault, il più grande e sicuro rifugio al mondo dedicato alla salvaguardia della biodiversità del pianeta, situato in Norvegia, 1300 chilometri oltre il Circolo Polare Artico. La copia, che il Papa ha benedetto oggi, sarà custodita dentro una teca in plexiglas.

Un gesto simbolico per accendere il fuoco nella speranza in uno dei posti più gelidi del globo. Significativo che a compierlo sia un ambasciatore di buona volontà che, da anni, supera ogni limite fisico per richiamare l’attenzione su un’azione urgente per il cambiamento climatico, la cura della casa comune, l’inclusione di fronte alle disuguaglianze.

Evento a Palazzo Borromeo

Michael riceverà il volume domani mattina, 17 dicembre, dalle mani di monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, in un incontro a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. L’evento è stato organizzato dalla stessa Ambasciata insieme al Programma di Svilupoo delle Nazioni Unite (UNDP), l’Istituto per il Dialogo Globale e la Cultura dell’Incontro, con la partecipazione del Dicastero per la Comunicazione.

Oltre ogni limite

In un’intervista ai media vaticani, a margine dell’udienza di giugno, Michael Haddad raccontava questa missione nell’Artico, organizzata nel 2020 poi saltata a causa della pandemia, che ora dovrebbe essere programmata per il febbraio-marzo 2022. “Certamente è una sfida”, diceva il giovane attivista. “Percorrere 100 chilometri nel Polo Nord non è solo un messaggio, ma un contributo alla scienza. Io lavoro con una grande squadra scientifica e sono stato considerato una delle poche persone del mondo in grado di fare una cosa del genere nelle mie condizioni. Quindi ogni cosa che stiamo pianificando prima, durante e dopo questa camminata contribuirà alla ricerca scientifica per aiutare altre persone a camminare nuovamente attraverso nuovi sistemi”.

Come detto, Haddad era solo un bambino quando un incidente di jet ski gli ha provocato una lesione al midollo spinale che lo ha immobilizzato dal petto in giù per il 75% del suo corpo. Da allora ha perso tre quarti delle funzioni motorie, ma non la voglia di vivere né la speranza di riuscire a cambiare qualcosa per questa terra che – ama ripetere – sta finendo, giorno dopo giorno, “su una sedia a rotelle”.