Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Propone un percorso insieme ai Magi per accostarsi al Natale l’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza episcopale italiana. Con il sussidio “Dov’è colui che è nato?” i vescovi invitano a compiere il cammino della novena che condurrà alla celebrazione della Natività come i Magi, lasciandosi “guidare dalla luce della stella verso Cristo, luce del mondo”. Riflessioni e preghiere dell’opuscolo aiutano a riconoscere nei pellegrini che “vennero da oriente verso Gerusalemme” quanti, “da ogni parte della terra, si muovono alla ricerca di Colui che viene a dare senso alla vita e alla storia”. “Lungo la strada, i Magi hanno interpretato i segni e interrogato la gente incontrata, da soli non ce l’avrebbero fatta – spiega il sussidio -. E quella domanda, ‘Dov’è colui che è nato?’, ha aiutato loro e ha svegliato dal torpore e dall’indifferenza la gente di Gerusalemme. La stella s’incarica non solo di tracciare la strada – si legge ancora nell’introduzione alla Novena di Natale -, ma nel suo ritrarsi e riapparire vuole indicare nei volti e nei cuori di tanti, nelle storie concrete di ciascuno, rilette alla luce delle Scritture, le tracce della presenza dell’Atteso delle genti”.
I Magi e il Cammino sinodale delle Chiese
La Novena di Natale elaborata dall’Ufficio Liturgico della Cei vuole offrire l’esempio dei Magi per sollecitare tutti a vivere l’esistenza come sinodo, “a camminare insieme oltre le nostre cieche convinzioni, verso la Luce vera, che “indica una prospettiva diversa con la quale interrogare l’esistenza e abitare la storia”. In sintonia con l’avvio del Cammino sinodale delle Chiese e con la preparazione al Sinodo universale dei Vescovi, si vuole suggerire una “celebrazione della novena non solo come pio esercizio di devozione e tradizione, ma come occasione propizia di catechesi e formazione”. Il sussidio presenta i giorni della Novena di Natale come incontri di preghiera distinti dalla celebrazione eucaristica e strutturati in due momenti: la “guida della stella” che, alla luce della Parola, invita all’ascolto e alla lettura della storia, e “i doni offerti dai Magi”. Ogni dono ha un suo significato da rileggere nell’oggi: “la mirra, segno dell’umanità di Gesù, profezia della sua morte e sepoltura, ma anche delle sofferenze, delle prove, delle angosce che, ancora oggi, assalgono il mondo, attanagliano l’umanità e domandano ascolto e condivisione; l’oro, segno della regalità di Cristo, ma anche della responsabilità e dell’impegno a cui l’uomo è chiamato nella cura del creato e nel governo delle cose di questo mondo; l’incenso, simbolo della divinità del Figlio di Dio e insieme segno del profumo che deve spandersi con la vita dei battezzati nella quotidiana esperienza al servizio della comunità umana”.