Adriana Masotti – Città del Vaticano
Il Natale porta nel mondo la tenerezza di Dio suscitando in tutti gioia e speranza. E questi sentimenti “anche voi artisti sapete ravvivare e diffondere con i vostri talenti”. Sono le prime parole che Papa Francesco rivolge agli organizzatori e agli artisti del Concerto di Natale che si terrà domani sera in Vaticano.
La tenerezza nasce dall’amore, è come il linguaggio dall’amore, quando tu ami un bambino, lo carezzi, quando tu ami la tua fidanzata la carezzi, il tuo fidanzato lo carezzi, nasce dall’amore, il gesto dell’amore è il più semplice (...) Io voglio ripeterlo: il linguaggio di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Le tre cose insieme.
L’immagine della Natività è una incona della tenerezza che fu restituita appieno dal primo presepe della storia:
San Francesco d’Assisi, con il suo presepe vivente a Greccio, volle rappresentare quanto era accaduto nella grotta di Betlemme, perché lo si potesse contemplare e adorare. Il Poverello era colmo di una tenerezza che lo portava alla commozione pensando alla povertà in cui il Figlio di Dio era nato.
Il sorriso di un bimbo scioglie i cuori più induriti
L’amore genera gioia, così come la nascita di una nuova vita. E il pensiero di Francesco va ai tanti bambini meno fortunati nel mondo. A beneficio di alcuni di loro andrà anche il Concerto di domani:
Nel Concerto di Natale voi offrite le vostre qualità artistiche per sostenere progetti educativi, destinati soprattutto a bambini e ragazzi in due Paesi che versano in condizioni assai precarie: Haiti e il Libano. Il Libano lo portano avanti i salesiani, coraggiosi, i salesiani che sempre inventano qualche cosa per andare avanti. E questa è promessa di vita. Haiti lo portano Scholas Occurentes, il movimento pontificio che custodisce tanto bene monsignor Zani.
La vostra musica, il canto, dice ancora il Papa agli artisti, “aiutano ad aprire il cuore per non dimenticare chi soffre e fare gesti concreti di condivisione, che portano gioia a tante famiglie desiderose di dare un futuro ai propri figli attraverso l’educazione”.
L’arte della fratellanza
Insieme alla tenerezza e alla gioia, la speranza che nella grotta di Betlemme si è accesa per l’umanità. Papa Francesco accenna alla pandemia che è pesata e pesa su tanti bambini “esclusi da ogni attività formativa” e ad altre ‘pandemie’ che ostacolano “il diffondersi della cultura del dialogo e dell’inclusione”. E’ necessario impegnarsi per assicurare a tutti i giovani opportunità di crescita e formazione, investire nell’educazione, afferma Francesco, aiuta ragazze e ragazzi “a guardare con speranza al futuro”. “La luce del Natale – soggiunge – ci fa riscoprire il senso della fratellanza e ci spinge alla solidarietà con chi è nel bisogno”, perché nell’educazione “abita il seme della sperenza”.
E voi nell’arte subito create fratellanza, davanti all’arte non sono amici e nemici, siamo tutti uguali, tutti amici, tutti fratelli. E’ un linguaggio fecondo il vostro.
Il Papa ringrazia ancora gli artisti per la loro generosità e li saluta augurando loro “di essere sempre messaggeri di tenerezza, di gioia e di speranza”.