Kachin. Chiesa: fermare lo sfruttamento delle risorse naturali

Vatican News

Anna Poce – Città del Vaticano

“A causa dello sfruttamento non regolamentato ed eccessivo delle risorse naturali attraverso l’uso di macchinari pesanti, il danno a preziose risorse come foreste, fiumi, torrenti e laghi sta aumentando”. Questa la denuncia – riporta UCA News – della Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Myitkyina, in Myanmar. Le imprese, approfittando dell’attuale crisi politica – ha denunciato l’organismo – stanno aumentando significativamente l’estrazione dell’oro con macchinari pesanti, lungo il fiume Irrawaddy e in molte altre zone, causando danni ambientali, cambiamenti climatici e minacciando le identità indigene e locali, i mezzi di sussistenza e la sicurezza.

Uno sviluppo sostenibile e integrale

La Commissione ha quindi parlato dell’insorgenza di “problemi sociali associati a tale distruzione ambientale, come la perdita dei diritti delle popolazioni indigene e locali, le divisioni tra i popoli, i conflitti, i crescenti problemi di droga, il degrado della dignità e del valore umano”; e ha citato l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, ricordando come essa ci inviti alla ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale.

Aumentano le operazioni illegali di estrazione dell’oro

Le preoccupazioni della Chiesa arrivano dopo la diffusione dei rapporti sullo sfruttamento delle risorse naturali nello Stato Kachin – roccaforte cristiana -, in seguito ai disordini innescati dal colpo di Stato militare del 1° febbraio scorso. Da allora sembra che le operazioni illegali di estrazione dell’oro siano aumentate ovunque, come se non ci fosse una legge nella regione a regolamentarle, come riferito dal dottor Tu Khaung, ministro delle risorse naturali del Governo di Unità Nazionale (NUG), citato da Radio Free Asia. La preoccupazione è che la giunta militare si finanzi con lo sfruttamento delle restanti risorse naturali del Paese, come ha fatto anche in passato. Nonostante, infatti, gli stretti controlli alla frontiera tra Myanmar e Cina, a causa della diffusione della pandemia di Covid-19, i camion che trasportano materie prime minerarie, come il solfato di ammonio utilizzato nella lavorazione dei metalli, riescono a passare con estrema facilità.

Agire in armonia con l’ambiente

La Commissione, dunque, ha invitato i birmani a “rispettare i diritti e le voci dei popoli indigeni e ad evitare azioni che potrebbero mettere in pericolo la loro sicurezza e sopravvivenza”. Rivolgendosi alle autorità, le ha esortate ad impegnarsi ad affrontare gli effetti negativi e l’impatto che questo sfruttamento delle risorse naturali ha sulle comunità locali e a ridurre o fermare le estrazioni che danneggiano l’ambiente e la società, dedicandosi a progetti che rispettino e siano più in armonia con la comunità e l’ambiente.

Una terra ricca di risorse naturali

Lo Stato Kachin ha abbondanti risorse naturali – oro, giada, ambra e rubini – che hanno alimentato un conflitto decennale tra i militari del Myanmar e l’Esercito per l’Indipendenza Kachin per il controllo di zone minerarie particolarmente ricche. 

Anni e anni di sfruttamento eccessivo delle risorse naturali hanno sottoposto l’ecosistema del Myanmar ad una tremenda pressione. Le estese attività estrattive e il disboscamento illegale, collegati ai gruppi armati, hanno portato a frane, perdita di biodiversità, frammentazione dell’habitat e corsi d’acqua inquinati.