Michele Raviart – Città del Vaticano
Fu l’uomo che diede l’impulso decisivo allo sviluppo della telegrafia senza fili e unì il mondo attraverso le onde elettromagnetiche, tanto da essere considerato di fatto l’inventore della radio e ricevere il Premio Nobel per la Fisica nel 1909. E fu lui, Guglielmo Marconi, a essere incaricato da Papa Pio XI di progettare e costruire la Radio Vaticana. “Ho l’altissimo onore di annunziare che fra pochi istanti il sommo Pontefice Pio Undecimo inaugurerà la stazione radio dello Stato della Città del Vaticano”, disse per primo, il 12 febbraio 1931, davanti un microfono che ancora, 90 anni dopo, porta la voce del Papa nel mondo:
In un certo senso, una “radio di famiglia” per Elettra Marconi, figlia dell’inventore, che ci racconta quei giorni e il significato che per lei ha questo anniversario:
R. – Per me è molto emozionante, perché mio padre mi ha sempre cresciuto ricordando questo grande avvenimento dell’inaugurazione della Radio Vaticana, costruita da lui. Sapevo tutto dell’amicizia con Pio XI, perché io sono stata portata molte volte alla Radio Vaticana quando era appena inaugurata, alla presenza di mio padre, appunto, e di Pio XI. È una cosa che ho vissuto molto e che coincide poi con il periodo più lungo in cui mio padre è rimasto a Roma per la costruzione della “sua” Radio Vaticana. L’ha costruita lui, l’ha seguita lui e ha controllato lui tutto. Ci teneva moltissimo.
In che modo suo padre raccontava in famiglia dell’inaugurazione della Radio Vaticana, c’è un aneddoto che ricorda di quel giorno?
R. – Anche mia mamma era presente! È stata un’emozione enorme, per loro perché poi lui aveva un’ammirazione grandissima per Pio XI, che era molto interessato alle scienze e voleva seguire tutti i progressi che faceva mio padre nella radio. Era un’amicizia enorme. Andava molto spesso a parlare con il Pontefice per tenerlo al corrente.
Ci può raccontare se c’è un momento, una giornata in particolare, che ricorda di quelle trascorse con Pio XI?
R. – Noi andavamo spesso in udienza privata, perché lui voleva incontrarci. Voleva incontrare mio padre e invitava anche mia madre e me, la piccola Elettra, che doveva essere presente… E le visite erano interminabili, perché mio padre con il Papa aveva tanti argomenti tecnici di cui parlare. Le micro-onde, la radio e i suoi ultimi progressi. Pio XI mi guardava sempre perché ero molto vivace e mia madre mi doveva tenere a freno. Mi guardava sempre sorridendo e con simpatia. Si divertiva! C’era un’atmosfera meravigliosa. Poi l’ultima cosa che ha fatto di importante mio padre per il Papa fu la costruzione del “radiotelefono mobile”, un apparecchio sulla macchina del Papa per parlare con il Vaticano, per parlare con Castel Gandolfo. Lo sviluppo di questo, naturalmente è il cellulare, ma il primo cellulare è stato per il Papa!
Tra le tante invenzioni che sono appartenute all’ingegno di suo padre, e Lei lo conferma con questo suo ricordo personale, che ruolo ha avuto la Radio Vaticana?
R. – La Radio Vaticana aveva un’importanza enorme per mio padre. C’è quel bel filmato in cui si vede l’inaugurazione, con le parole del Papa che presenta la Radio Vaticana e mio padre che presenta il Papa al mondo. È la prima volta che sentono la voce del Papa per radio in tutto il mondo e che ricevono la benedizione Urbi et Orbi. Mio padre era un uomo di fede molto credente e per le sue opere ringraziava Dio, perché gli aveva dato la possibilità di dare un beneficio agli uomini, di salvare vite umane. Lui si rivolgeva sempre al Creatore di tutto l’universo, perché lui lavorava con l’universo attraverso lo spazio, il cielo, le stelle. Lui era in ammirazione della natura.
Suo padre sarebbe sicuramente felice dei 90 anni di vita di una sua creazione… Che augurio si sente di fare a tutti noi e a questa Radio che è una “radio di famiglia” per lei?
R. – Certo! Io mi sento in famiglia quando sono con voi e voglio che voi sentiate lo stesso sentimento verso di me! Vi voglio bene, e ricordatevi della storia della vita di mio padre! Le sue opere sono a beneficio dell’umanità!