Chiesa Cattolica – Italiana

70 anni fa la prima edizione del Festival di Sanremo

Andrea De Angelis, Silvia Giovanrosa, Alessandro Guarasci, Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

“Signori e signore, benvenuti al Casinò di Sanremo per un’eccezionale serata organizzata dalla Rai, una serata della canzone con l’orchestra di Cinico Angelini. Premieremo, tra duecentoquaranta composizioni inviate da altrettanti autori italiani, la più bella canzone dell’anno”. È la sera del 29 gennaio 1951 e alla radio il presentatore Nunzio Filogamo annuncia con queste parole l’inizio della prima edizione del Festival della canzone italiana, ospitata nel Salone delle feste del Casinò di Sanremo.  Il pubblico è seduto intorno a tavolini da vecchio café chantant. Mentre i cantanti si esibiscono, gli spettatori cenano tra l’andirivieni dei camerieri. La giuria in quella prima edizione premia, come canzone vincitrice, il brano “Grazie dei fiori” interpretato da Nilla Pizzi. Quello del 1955 è il primo Festival ad essere trasmesso in televisione. È anche la prima edizione con un ospite non in gara: il cantautore toscano Odoardo Spadaro. Nel 1958 dal palco del Festrival si levano le note di una delle più celebri melodie della storia della musica italiana: “Nel blu dipinto di blu”, brano interpretato da Domenico Modugno. 

Festival di Sanremo del 1951: Nilla Pizzi

Gli anni ’60 e ‘70

Negli anni 60’ si alternano grandi artisti come Adriano Celentano e Mina. Nel 1967 Luigi Tenco porta a Sanremo la canzone “Ciao amore, ciao”. Un’edizione tragica: dopo l’eliminazione, il cantante si suicida in una camera d’albergo della città ligure. Negli anni ‘70 si affermano i cantautori e i complessi musicali. Si sperimentano nuove formule e sul palco si esibiscono anche ospiti stranieri. L’edizione del 1971 è vinta da Nada e Nicola Di Bari con il brano: “Il cuore è uno zingaro”. Ma è un’altra la canzone più importante uscita da quel Festival. Si tratta di “Gesù Bambino” di Lucio Dalla, ribattezzata “4 marzo 1943” alla vigilia della finale. Nel 1977 cambia la sede del Festival. Viene scelto il Teatro Ariston.

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Dagli anni ’80 ai giorni nostri

Negli anni ’80 si esibiscono sul palco non solo i cantanti ma anche comici tra cui il Trio Solenghi e l’attore Roberto Benigni. L’edizione del 1987 è vinta da Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi con la canzone: “Si può dare di più”. Negli anni ’90 si affermano nuove stelle nel firmamento musicale come Laura Pausini, Andrea Bocelli e Giorgia. Negli anni 2000 il Festival è soprattutto un programma televisivo e la parte canora è solo una componente della manifestazione. Nel corso della sua storia, il Festival si è imposto prima sulla scena musicale italiana, poi anche europea. E ha ispirato la nascita di altre manifestazioni, quali l’Eurovision song contest. Il Festival di Sanremo continua ad essere una vetrina non solo per i cantanti, ma anche per volti noti della televisione. La kermesse ha avuto quasi sempre un presentatore principale di volta in volta affiancato da vallette o spalle. Il record di conduzioni appartiene a Pippo Baudo, in scena per ben tredici edizioni, seguito da Mike Bongiorno che ha presentato la manifestazione per undici volte.  Dal 1951 il Festival accompagna l’evolversi della musica italiana, rimanendo un grande evento mediatico nazional popolare.

L’ingresso del Teatro Ariston (foto d’archivio del 2013)

Il Festival tra ricordi e aneddoti

È un po’ la memoria storica del Festival di Sanremo. Si tratta di Elio Cipri che da 54 anni segue la manifestazione canora come discografico e ora come direttore di Radio Italia anni 60. I suoi ricordi risalgono a quando la televisione era l’unico mezzo con cui si poteva vedere San Remo, e a quando ci si riuniva nei bar per ascoltare assieme le canzoni. Era un’Italia diversa, in pieno boom economico e che aveva nella musica trasmessa nell’etere il principale strumento di svago. Nel corso degli anni, sottolinea Elio Cipri al microfono di Alessandro Guarasci, è cambiato il modo di comunicare.

Ascolta l’intervista ad Elio Cipri

Il Festival di Sanremo un tempo, ricorda Elio Cipri, era  seguito da circa 23 milioni di ascoltatori. Oggi invece sono quasi 13 milioni. C’è da dire che in passato non c’eranovarie piattaforme come quelle attuali. Ricordo, aggiunge, tanti grandi artisti. Mi piacciono anche queste edizioni. Attualmente, il Festival ha raggiunto una altissima qualità. 

Il Festival raccontato da Elio Cipri

Canzoni di Sanremo e temi religiosi

Chi canta prega due volte, diceva Sant’ Agostino. Certamente la musica sacra ed i canti religiosi svolgono per primi questa funzione, ma la musica popolare, quella che abitualmente ascoltiamo per radio e che entra nelle nostre case è spesso espressione e veicolo di sentimenti profondi e pensieri elevati. Sanremo è stato sin dai suoi albori una fucina per questo tipo di canzoni.

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Già nel 1953 Nilla Pizzi cantava: “Una donna prega”, dipingendo con piccolo acquarello una donna che prega in cima ad una salita difronte ad un immagine sacra. Jhonny Dorelli nel 1967 cantava la canzone “l’immensità”, dove un uomo, solo, difronte all’ immensità del cielo, sente comunque di essere amato da qualcosa o da qualcuno. Più avanti nel tempo Renato Zero presenta a Sanremo la sua versione de l’Ave Maria, nel 2005 Antonella Ruggero canta ” Echi di infinito”. Facile riconoscersi nella donna protagonista di questa splendida canzone che, in una notte di stelle riconosce nel silenzio del mondo la vice dell’Infinito. E per concludere Simone Cristicchi ci regala nel 2019 ” Abbi cura di me”. Una poesia, una lettera che non parla direttamente di Dio ma di tutto ciò che Dio mette nel cuore dell’uomo. 

Ascolta la scheda di Silvia Giovanrosa

Papa Francesco e la canzone “Torna piccina”

Papa Francesco, quando era ragazzo, amava ascoltare musica alla radio, con i fratelli e la madre. Da oltre Oceano arrivavano anche parole e note di canzoni italiane. Tra queste, il brano musicale “Torna piccina”, che il Papa ha ricordato durante la celebrazione mattutina a Casa Santa Marta del 20 marzo del 2020.  Il Pontefice ha legato in particolare la strofa “torna dal tuo papà” alla prima lettura, tratta dal libro del profeta Osèa, in cui il Signore dice: “Torna, Israele, al Signore, tuo Dio”. Francesco ha anche ricordato che nel Vangelo di Luca incentrato sulla parabola del figliol prodigo, il papà “vide venire il figlio da lontano”. “Se lo vide da lontano – ha spiegato il Papa – è perché lo aspettava”. L’invito, rinnovato dal Pontefice, è quello di tornare dal Padre, che sempre e con tenerezza aspetta il figlio. Anche nella canzone “Torna piccina” c’è un abbraccio che scalda il cuore: “Fra le sue braccia, amore – si legge in una strofa del brano musicale – egli ti stringerà, la ninna nanna ancora ti canterà”.

Ascolta la canzone “Torna piccina”
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