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50 miliardi di euro per Kyiv, sì compatto dell’Ue. Washington si congratula con Bruxelles

Successo della mediazione di Francia e Italia con il premier ungherese Orban per il varo di nuovi aiuti all’Ucraina. Nella notte telefonata tra Biden e Von der Leyen, ma l’Ucraina ha urgente bisogno di armamenti. Intanto ancora bombardamenti su tutto il Paese

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Mentre a Bruxelles si tira un sospiro di sollievo per l’accordo raggiunto all’unanimità sul pacchetto di aiuti all’Ucraina per 50 miliardi di euro, la Russia porta a termine una nuova ondata di bombardamenti su tutto il Paese: almeno 24 i droni lanciati da Mosca, solo 11 quelli abbattuti dalla contraerea ucraina. Colpita anche Kherson, dove due volontari francesi sono stati uccisi. Nonostante alcuni successi militari nel Mar Nero, dove è stata affondata una nave lanciamissili russa, e in Crimea, il governo ucraino fa sapere agli alleati europei di essere a corto di munizioni e chiede aiuto urgente.

La compattezza dei 27

E ieri a Bruxelles la temuta resa dei conti con Budapest alla fine non c’è stata. Artefici della mediazione con il premier ungherese, Viktor Orban, sono stati il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni. Quest’ultima con un ruolo definito determinante nel convincere il suo omologo ungherese con il quale ha già stretto ottimi rapporti. Il vertice straordinario dei leader europei ha così potuto dare il via libera ai 50 miliardi in 4 anni in favore dell’Ucraina. Una decisione che ha suscitato il plauso degli Stati Uniti, tanto da spingere il presidente Joe Biden a congratularsi personalmente con la presidente della Commissione europea, Ursula Von del Leyen. Per il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, questa decisione “dimostra che non siamo intimiditi dalla Russia che infrange il diritto internazionale”.

Il nodo ungherese

L’approvazione degli aiuti all’Ucraina era stata in dubbio fino all’ultimo per la dura opposizione dell’Ungheria, il cui governo minacciava un voto contrario. La posizione magiara aveva suscitato l’irritazione della maggior parte degli Stati membri fino al punto di minacciare il ricorso all’articolo 7 del Trattato, che avrebbe sospeso il diritto di voto dell’Ungheria. Una misura severa che sembra aver contribuito a un cambio di rotta di Budapest, anche se viene unanimemente riconosciuto il ruolo svolto dal governo italiano nello sblocco dell’empasse politica. Per fugare ogni dubbio su eventuali contropartite nella mediazione è prontamente intervenuta la presidente della Commissione che ha dichiarato: il presidente Orban non ha ricevuto alcuna rassicurazione che i fondi per Budapest saranno sbloccati.

La gratitudine dell’Ucraina

Intervenendo da remoto al vertice europeo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha espresso la gratitudine di Kyiv per la compattezza europea nel sostenere il suo Paese: “L’Ue ha dimostrato che le sue parole contano e che le sue promesse funzionano nell’interesse dell’intera Europa”. Mentre sui negoziati di adesione all’Ue ha aggiunto:  “La decisione politica presa a dicembre, che ha dato il via libera ai negoziati di adesione con l’Ucraina, ha dimostrato che le priorità europee, definite da tutti i leader dell’Unione, sono state soddisfatte. Questo è il tipo di politica di cui tutti avremo bisogno in futuro in Europa”.

Un messaggio agli USA

Il presidente Joe Biden ha telefonato a Ursula von der Leyen per ringraziarla per i “sostanziali” aiuti decisi dall’Europa a favore dell’Ucraina. Il governo statunitense sta fronteggiando in questi mesi di campagna elettorale una dura opposizione all’approvazione di nuovi stanziamenti in favore dell’Ucraina. A riguardo il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha dichiarato che l’approvazione di ulteriore fondi per il sostegno all’Ucraina “aiuterà gli Stati Uniti a essere determinati per un appoggio addizionale” a Kyiv”.

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