Marco Guerra – Città del Vaticano
Raccontare all’Occidente il messaggio dei Luoghi Santi che sono la culla del cristianesimo, far comprendere le dinamiche molto complesse che animano il Medio Oriente e gettare semi di speranza e dialogo tra culture, religioni e popoli diversi. La rivista Terrasanta è molto di più di un semplice strumento di comunicazione, racchiude in sé più ruoli e significati, per il suo stretto legame con i luoghi della vita terrena di Cristo.
Il numero speciale
Con il 2021 ricorrono i 100 anni di vita di questo prezioso prodotto editoriale. Il bimestrale edito dalla Custodia di Terra Santa festeggia questo traguardo con un’edizione speciale di 114 pagine a colori che si sviluppa attraverso quattro sezioni dedicate a Storia, Archeologia, Popoli e Culture, Chiesa e Dialogo. Un filo rosso composto da fede, memoria e analisi del quadro geopolitico attuale, che parte dalle principali vicende che hanno segnato il Mediterraneo orientale in questi ultimi cento anni per arrivare ai grandi sconvolgimenti attuali con le crisi in Siria e in Libano. E poi ancora la grande archeologia biblica che cerca nelle pietre quello che raccontano i Vangeli e infine l’incontro con i popoli diversi che vivono in queste terre e le visite dei Papi che hanno sempre lasciato un grande segno di pace e di speranza.
Le iniziative
Diverse iniziative hanno accompagnato la ricorrenza: la digitalizzazione di tutti i numeri della rivista pubblicati dal 1921; un convegno su Milano e la Terra Santa; le annuali “Giornate di archeologia, arte e storia del Medio Oriente”, che nel 2020 hanno abbracciato le grandi aree di interesse del periodico. È stato inoltre avviato un progetto di catalogazione e restauro del patrimonio di film e documentari sulla Terra Santa, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano. L’indice completo è disponibile su www.terrasanta.net, su questo sito si possono trovare anche ulteriori notizie sulla rivista e le modalità di abbonamento.
Caffulli: un lavoro in favore del dialogo
“La rivista nasce all’indomani della caduta dell’Impero Ottomano: cambia il Medio Oriente e si aprono nuove prospettive. Questo periodico parte quindi come una grande scommessa con il futuro, per la prima volta la Chiesa di Terra Santa poteva comunicare alle società dell’Occidente il messaggio dei Luoghi Santi attraverso i mezzi di comunicazione”, racconta a Vatican News il direttore del bimestrale Giuseppe Caffulli, secondo il quale raccontare questi luoghi “significa accettare le dinamiche molto complesse che animano quelle terre, intercedere, comprendere le ragioni di tutti, proprio per lavorare in favore del dialogo e della comprensione reciproca”.
Semi di speranza
Il direttore di Terrasanta ricorda poi che l’atteggiamento che hanno avuto le religioni l’una nei confronti dell’altra non è stato lo stesso in questi cento anni: “Oggi viviamo il dialogo ma in anni non lontani ci sono stati momenti di tensioni, la rivista, che all’inizio aveva come redattori tutti frati francescani, ha sempre cercato di portare semi di speranza, di guardare al bene, di aprire le menti, soprattutto ai lettori dell’Occidente a cui era rivolta, invitandoli ad una visione di ascolto delle altre religioni nella terra dove vivono gomito a gomito cristiani, musulmani ed ebrei”.
Una voce per i cristiani del Medio Oriente
Le pagine di Terrasanta hanno inoltre sempre riservato un’attenzione particolare alle comunità cristiane e da qualche anno riporta un sottotitolo che recita “Una voce per i cristiani d’oriente”. “Il periodico della Custodia – spiega ancora Caffulli – è sempre stato una voce delle Chiese Orientali e di tutti coloro che vivono in quelle terre che sono la culla del cristianesimo. Oggi per queste comunità è un momento particolarmente difficile in cui ai conflitti, all’esodo verso l’Occidente, si aggiunge la pandemia che ha bloccato il turismo religioso, ovvero la principale fonte di reddito dei cristiani di Terra Santa”.
I luoghi della fede
Non meno importante è l’azione culturale volta a far conoscere le radici più profonde del cristianesimo e i luoghi in cui la Parola di Gesù risuonò per tutto il popolo di Dio, per questo motivo molte pagine sono dedicate al tema dell’archeologia biblica. A tal proposito il direttore Caffulli sottolinea che la Terra Santa ogni giorno “ci fa capire l’importanza e la ricchezza della storia che ci ha generati, è il luogo in cui tutti siamo nati dal punto di vista della fede”. “Per questo – prosegue – Terrasanta ha sempre cercato di raccontare la grande archeologia biblica, le grandi scoperte che hanno avvalorato quello che c’è scritto nei Vangeli e nella Bibbia e che ci dicono che la nostra fede è ancorata ad una realtà concreta, ad una persona cha ha abitato questo luoghi”. Parole che vengono confermate dal ritorno alla fruizione del piccolo santuario sulle rive del Giordano che ricorda il luogo del battesimo di Gesù e dai recenti scavi nel Getsemani che dimostrano che in quel luogo, già subito dopo la morte di Cristo, ci fosse un culto cristiano in memoria della Passione.